Come ottenere un filato di canapa

La canapa, assieme al cotone, al lino, all’ortica rientra nella famiglia delle fibre vegetali. Per ottenere il filato dalla canapa, come per le altre fibre, sono necessari diversi passaggi: si parte dalla macerazione per arrivare poi alla pettinatura e infine alla filatura.

Canapa, una pianta per diversi usi

Prima di vedere nel dettaglio, come ottenere un filato di canapa, è bene fare un po’ di chiarezza su questa pianta, che oggi sta tornando ad essere coltivata anche in Italia. 

Una delle prime associazioni che possono venire in mente quando si sente parlare di canapa è il suo effetto stupefacente. 

Ma in realtà la canapa è stata utilizzata da millenni principalmente per la produzione tessile, di corde e vele per la navigazione, per la carta, per i semi e l’olio

Da questo potrai di certo comprendere quanto questa pianta possa essere interessante, proprio per i suoi diversi usi e per la varietà di prodotti che si ottengono. 

L’Italia, fino all’epoca del proibizionismo della canapa (attorno al 1975), è stata la seconda maggior produttrice di canapa tessile e la prima per la sua qualità. Purtroppo, la coltivazione è stata abbandonata sia per le restrizioni politiche, sia per la concorrenza dovuta all’importazione di altri tipi di fibre, come il cotone e le fibre sintetiche. 

Per fortuna, negli ultimi anni la canapa è tornata a poter essere coltivata  seppur con regole molto specifiche da dover seguire.

 La canapa, oltre agli usi di cui accennavo sopra, è una pianta amica dell’ambiente. Grazie al suo apparato radicale profondo riesce a controllare le piante infestanti, non richiede molta irrigazione e non ha necessariamente bisogno di trattattamenti con pesticidi, al contrario ad esempio del cotone.

C'è canapa e canapa

A seconda di quello che si vuole utilizzare della pianta (semi, infiorescenze o fibra) si possono trovare diverse varietà di canapa.

Quelle più idonee per la fibra sono le varietà dioiche (Carmagnola, Eletta, Fibranova), quelle cioè che presentano sia la pianta femmina che maschio, selezionate appositamente per produrre una fibra di buona qualità.

Le piante di questa varietà hanno steli molto sottili e possono arrivare anche a 5-6 mt di altezza.

Quali sono le proprietà della canapa?

Un’altra cosa da non sottovalutare sono sicuramente le sue proprietà molto simili, tra l’altro, a quelle della lana:

  • Traspirante: lascia respirare la pelle senza trattenere il sudore
  • Termoregolatrice: permette al corpo di mantenere una temperatura costante
  • Antimicrobica: non permette ai microbi di proliferare
  • Igroscopica: è capace di assorbire l’umidità e il sudore lasciando asciutta la pelle
  • Resistente: all’usura e agli strappi più delle altre fibre vegetali

Il mio piccolo esperimento

Per ottenere il filato di canapa, sono partita da una pianta coltivata per  produrre l’olio CBD. Questa varietà di pianta (monoica) è molto più bassa di quella da fibra, presenta uno stelo centrale piuttosto grosso e delle ramificazioni più sottili.

1° passaggio : macerazione dei rami secchi

Dopo aver scelto i rami che più mi sembravano utili per il mio esperimento, ho riempito una bacinella di acqua fredda, l’ho messa sul balcone in una posizione dove batte anche il sole e l’ho lasciata lì per circa 10 giorni.

Considerazioni:

  •  sopra i rami, che erano già secchi, ho messo un sasso in modo che li facesse stare sott’acqua;
  •  non so se fosse necessario mettere la bacinella in una zona con il sole; pensando alla macerazione del lino, che viene fatta anche direttamente in campo, mi è sembrata una decisione con un suo perché.
Pianta di canapa monoica © Nadia Izzo

2° passaggio : tornare a far seccare i rami

Canapa macerata © Nadia Izzo

A questo punto, tirando fuori i rami dall’acqua ho potuto intravedere subito la fibra i quelli meno spessi. Il bastone centrale della pianta è rimasto, come mi aspettavo, tale e quale a 10 giorni prima (forse era solo un pochino più morbido)

Considerazioni:

  • per riuscire a ottenere un pochino di fibra anche dalla parte più legnosa avrei forse dovuto aspettare ancora qualche giorno; ho preferito lasciar perdere e prendere gli altri rami perché quello che mi interessava era riuscire a capire il processo in piccolo.
  • avessi avuto gli steli di una varietà di canapa da fibra le cose sarebbero state diverse

3° passaggio :liberare la fibra dalla parte legnosa

Dopo essersi di nuovo seccati, quello che ho fatto è stato prendere uno ad uno i rami e, battendo sopra con un bastone, ho cercato di spezzare il più possibile la parte legnosa, in modo da separarla  dalla fibra.

Considerazioni:

  • ho usato tutto quello che avevo e che poteva aiutarmi allo scopo, ma, avessi avuto dei fasci, avrei cercato di ricostruire e usare una gramola
  • ho notato che la parte legnosa si separava dalla fibra anche solo spezzandola in più punti con molta delicatezza e battendo un po’ con le dita per farla cadere
  •  facendo questa operazione ho sentito il profumo  meraviglioso del legno di canapa che ho trovato avere quasi una nota balsamica

Fibra di canapa © Nadia Izzo

4° passaggio : la cardatura delle fibre

Fibra di canapa cardata © Nadia Izzo

Come per il lino, anche per la canapa, venivano e immagino che vengano usati tutt’ora, dei pettini con dei chiodi di diverse densità, nei quali far passare le fibre.

Sono riuscita a ricavare solo un piccolo pugno di fibre per cui ho deciso di usare direttamente le carde per la lana  (72 TPI).

Con molta pazienza ho fatto diversi passaggi togliendo, ogni volta, la parte di fibre che mi sembrava più grossolana, fino a rimanere solo con quella più fine.

Considerazioni:

  • è stato molto interessante riuscire a vedere i vari strati di fibre andare via e sentire quanto  fossero delicate le fibre più fini al tatto

5° passaggio : la filatura

Ed eccomi arrivata alla fine, con l’ultimo passaggio che mi ha permesso di ottenere un filato di canapa.

Per filare la canapa ho usato un filatoio con dei rapporti piuttosto piccoli in modo che la rotazione fosse più veloce. Vicino a me ho tenuto una ciotola con dell’acqua e ogni tanto mi bagnavo la punta delle dita per “accomodare” meglio le fibre.

E….alla fine ha funzionato.

Sono riuscita a ottenere il mio primo filato di canapa, piuttosto fine e imperfetto, ma sono stata davvero felice di averci provato

Considerazioni:

  •  fino alla fine non sapevo che risultato avrei ottenuto, ma mi sono buttata comunque in quest’avventura
  • ho acquisito tante nuove informazioni che prima non conoscevo e chissà che in futuro non ci riproverò, magari con una quantità maggiore.

Filato di canapa © Nadia Izzo

Spero che leggere questo articolo sulla canapa ti abbia invogliata a fare, a tua volta, qualche esperimento con delle fibre che non hai mai usato; magari partendo proprio dalla pianta recuperata o coltivata da te.